lunedì 9 aprile 2018

Clafoutis con zucca e zenzero


Le zucche trombette sono tipiche della pianura di Albenga, provenienti dall'America e probabilmente importate moltissimo tempo fa dai marinai liguri.

E' una pianta rampicante che ha il suo pieno sviluppo in piena estate. I suoi frutti, le zucchine, hanno una forma ricurva, ma se la pianta si arrampica su di un pergolato hanno la possibilità di crescere lunghe e piu dritte. Sono usate in moltissimi piatti, compresi anche i fiori, hanno un sapore delicato e appena raccolte sono talmente tenere che si possono mangiare crude , tagliate sottili completano parecchie insalate.
Quando le trombette non vengono raccolte e si lasciano maturare pienamente sulla pianta, diventano più grosse, con la pelle più spessa e cambiano colore, diventano un giallo arancione e sono esattamente quelle che Andrea ha pensato di usare oltre che nelle zuppe anche Nel Clafoutis.

Poco prima di Natale ne avevamo talmente tante che a Linda è venuto in mente di fare addiritura un albero di Natale, cosi le abbiamo disposte sopra la giara all'ingresso con lucine e ornamenti vari!! e che successo ha avuto quest'albero!!!
 



 

In poco tempo però Andrea lo ha smontato usando le zucche per la “ Crema di Zucche gialle” e per il dolce “Clafoutis”
Il Clafoutis è un dolce francese morbido a base di latte uova farina zucchero e guarnito con la frutta di stagione. E' tipico quello con le ciliege.
Per uso famiglia si possono consultare molte ricette su internet in modo di avere le dosi esatte per torte di dimensioni adeguate alle proprie esigenze,
Oltre alle zucche gialle, Andrea usa lo zenzero fresco, ricotta di latte vaccino al posto della farina, uova e latte.
 
 

Prima di tutto viene tolta la buccia poi le zucche vengono tritate insieme allo zenzero fresco 
 
passate sul fuoco per farle asciugare il più possibile.
 
Quando il trito si è raffreddato vengono aggiunte uova ricotta e latte, mischiate bene e infornate per circa una mezz'ora ( nel nostro forno )
 
Questo dolce noi lo serviamo freddo, guarnito da pepe macinato oppure caramello.






giovedì 15 febbraio 2018

Il Pesto nel mortaio



Il pesto nel mortaio ci riporta indietro di molti anni! Quando da ragazzini la nonna Giulla ci faceva salire sulla sedia per arrivare a pestare e pestare nel mortaio finchè il miscuglio di pinoli aglio e basilico non diventava una poltiglia!

Ormai non si fa più, è sempre bello ricordare il procedimento,ma i tempi sono sempre più stretti, bisogna andare di corsa!
Nel corso dei nostri trentacinque anni di ristorazione ci è stato chiesto due volte di fare una dimostrazione di come veniva trasformato il basilico in quel meraviglioso condimento ormai famoso ovunque.

La dimostrazione più recente è avvenuta nell'aprile dello scorso anno in occasione di “Erasmus+” promosso da “Herbartis-Adult Training on Handicraft Production of Medicinal and Aromatic Plants” il cui obiettivo è quello di sviluppare e rafforzare conoscenze e competenze in ambito di coltivazione, raccolta, lavorazione e trasformazione delle erbe. Il partner di questo progetto che ha promosso la dimostrazione del pesto nel mortaio è CREA FSO ossia ; Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l 'Analisi dell'Economia Agraria (Italy)

Andrea ha dimostrato esattamente il procedimento che si è tramandato da nonna in nonna nella nostra famiglia:

Prima di tutto si pestano molto bene nel mortaio aglio e pinoli; il basilico invece lo tritiamo su di un tagliere con la vecchia ma sempre valida mezzaluna, e qui subentra il piccolo segreto della nonna,

per non farlo annerire, aggiungiamo continuamente il formaggio grana.

Quando finalmente il basilico è diventato fine fine lo trasferiamo nel mortaio e continuiamo a pestarlo insieme ai pinoli e all'aglio finchè non si amalgama bene.






Non diventa cremoso come quando viene frullato, ma più si pesta e più il basilico diventa fine. Trasferito il pesto in una ciotola, si aggiunge olio extravergine di oliva, se necessario ancora un po' di formaggio grana, ma senza esagerare, il sale e al momento di condire la pasta, la nonna Giulla aggiungeva al pesto un pò di acqua della pasta.


Ecco nella foto la differenza del pesto nel mortaio da quello fatto nel frullatore!